Gonadotropine, funzioni e disordini

Gonadotropine, funzioni e disordini

Come detto, le gonadotropine servono a regolare l’attività riproduttiva delle ovaie e dei testicoli e stimolano la produzione di estrogeni e progesterone. Nella donna, l’ormone follicolo stimolante induce lo sviluppo dei follicoli ovarici. Quando la donna è in età fertile, in occasione del ciclo mestruale, ogni 28 giorni circa, matura un follicolo ovarico che produce estrogeni, gli ormoni che regolano la fecondità femminile. Anche la fase ovulatoria è stimolata dall’ormone luteinizzante e consiste nella liberazione dal follicolo dell’ovocita, che a questo punto può essere fecondato.

Gonadotropina

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Gonadotropina Corionica Umana: produzione durante la gravidanza

I dosaggi di questi ormoni possono essere richiesti anche per bambini e bambine, nelle eventualità in cui i segnali dello sviluppo non siano coerenti con la loro età anagrafica, in presenza quindi di uno sviluppo troppo precoce o, al contrario, tardivo. Il trofoblasto è una struttura presente sin dall’inizio dello sviluppo embrionale, che circonda la blastocisti (cioè il futuro embrione). A tal proposito, occorre ricordare che sin dai primi giorni di gravidanza l’uovo fecondato va incontro ad un rapido processo di moltiplicazione cellulare, passando dallo stadio di morula a quello, appunto, di blastocisti. La sigla HCG che viene utilizzata per indicare la gonadotropina corionica umana deriva dall’inglese “Human Chorionic Gonadotropin” e, talvolta, viene utilizzato il sinonimo coriogonadotropina umana.

  • Secrete dall’ipofisi sono l’ormone follicolostimolante (FSH), l’ormone luteinizzante (LH) e l’ormone luteotropico o prolattina (LTH).
  • Come suggerisce lo stesso termine, la gonadotropina corionica umana è una glicoproteina ad attività ormonale che appartiene alla famiglia delle gonadotropine.
  • Il costo per una visita specialistica può variare, ma il range di prezzo è sempre indicato sul nostro sito durante la fase di prenotazione in maniera trasparente.
  • La loro funziona principale è quella di regolare l’attività riproduttiva degli organi genitali femminili e maschili.
  • Il dosaggio della gonadotropina corionica umana, eseguito sulle urine o sul sangue, viene utilizzato come test di gravidanza.
  • L’insufficienza gonadica primitiva che compare, per esempio, nella donna in età menopausale o dopo ovariectomia, oppure nell’uomo con insufficienza testicolare, determina un marcato incremento dei livelli di FSH e di LH.

Nelle donne in gravidanza, la gonadotropina corionica umana è prodotta in quantità aumentate a partire dall’impianto dell’ovulo fecondato nell’endometrio. Dopo l’annidamento, la gonadotropina corionica umana è prodotta prima da quelle cellule pre-embrionali che daranno origine alla placenta, poi verrà secreta da quest’ultima. Il periodo in cui è possibile che l’uovo venga fecondato inizia 4-5 giorni prima dell’ovulazione e termina 1-2 giorni dopo.

Quanto costa una visita?

La sua attività è controllata da una regione del cervello chiamata ipotalamo, attraverso un meccanismo regolatorio che si avvale di sostanze ormonali. Tra queste, la principale è il peptide GnRH (dall’inglese gonadotropin-releasing hormone), che favorisce la liberazione di gonadotropine. Nelle donne che non hanno intrapreso una gravidanza e negli uomini, l’HCG non è presente o lo è in quantità minime. Al di fuori della gestazione, il riscontro dell’incremento delle concentrazioni di gonadotropina corionica umana nel sangue è indicativo di alcune condizioni patologiche, come una malattia trofoblastica gestazionale o alcuni tumori benigni e maligni dell’ovaio e del testicolo.

Tra queste, la principale è il peptide GnRH (dall’inglese gonadotropin-releasing hormone), che favorisce la liberazione di gonadotropine. Una volta secreti, essendo di natura glicoproteica, LH e FSH sono trasportati dal sangue sino alle cellule bersaglio, dove ad attenderli vi sono https://aquahotelsupply.com/steroidi-modi-di-somministrazione-e-considerazioni-3/ specifici recettori di membrana. Interagendo con essi, innescano una serie di eventi biochimici e metabolici che si differenziano a seconda dell’organo interessato. L’ormone follicolostimolante e quello luteinizzante trovano impiego per stimolare l’ovulazione nella donna in amenorrea (assenza delle mestruazioni) e la produzione di spermatozoi nell’uomo con un deficit di gonadotropine.

Interagendo con essi, innescano una serie di eventi biochimici e metabolici che si differenziano a seconda dell’organo interessato. Stimola la produzione di testosterone da parte delle cellule interstiziali del testicolo (dette cellule di Leydig). Per questo motivo, nel maschio, l’ormone luteinizzante assume il nome ICSH (acronimo di Interstitial Cell Stimulating Hormone).

D’altra parte, raramente vi è l’indicazione a eseguire una valutazione delle gonadotropine in una donna con cicli mestruali ovulatori o in un uomo con una normale conta spermatica. Accanto all’ormone luteinizzante (LH) e a quello folicolostimolante (FSH), viene fatto rientrare nella categoria delle gonadotropine anche un terzo ormone, detto gonadotropina corionica umana (HCG). Questa sostanza è secreta da particolari cellule della placenta durante la gravidanza, con lo scopo di prolungare l’effetto stimolante dell’ormone LH sulla sintesi di progesterone da parte del corpo luteo. Le gonadotropine sono dette anche gonadotropine ipofisarie poiché vengono prodotte dall’adenoipofisi (o ipofisi anteriore), una piccola ghiandola posta alla base del cranio. L’attività dell’adenoipofisi è controllata dall’ipotalamo, situato nel cervello, mediante sostanze ormonali come il peptide GnRH (gonadotropin-releasing hormone), che favorisce il rilascio di gonadotropine. Le gonadotropine sono secrete dall’ipofisi anteriore o adenoipofisi, una piccola ghiandola della grandezza di un fagiolo situata alla base del cranio.

L’ormone follicolo stimolante permette lo sviluppo e la produzione degli spermatozoi negli uomini e la maturazione degli ovuli nelle donne (durante la fase follicolare del ciclo ovarico). Nella valutazione dell’insufficienza gonadica associata a bassi livelli di testosterone nell’uomo o a bassi livelli di estradiolo nella donna la determinazione delle gonadotropine aiuta a distinguere l’ipogonadismo primitivo da quello centrale (secondario, ipogonadotropo). Concentrazioni elevate di gonadotropine sono indicative di un’insufficienza gonadica primitiva; livelli bassi o normali suggeriscono una patologia ipotalamica o ipofisaria. L’insufficienza gonadica primitiva che compare, per esempio, nella donna in età menopausale o dopo ovariectomia, oppure nell’uomo con insufficienza testicolare, determina un marcato incremento dei livelli di FSH e di LH. Tale elevazione della concentrazione di gonadotropine dimostra un’adeguata funzione gonadotropia ipofisaria e permette di stabilire che la patologia è a livello gonadico.

Nella donna, l’LH stimola la secrezione del testosterone da parte delle cellule della teca. Sia le cellule della granulosa che le cellule della teca appartengono al follicolo ovarico. Per il mantenimento della fertilità maschile, è possibile l’impiego di gonadotropine.

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